Se dovessimo dare credito al coro conforme dei mass media nazionali dovremmo essere persuasi che la gravissima recessione economica che stiamo attraversando nel sistema Italia sia riconducibile alla crisi finanziaria internazionale ed al debito pubblico italiano, dovuto alla cattiva gestione più che ventennale dei conti pubblici dei vari governi ed alle mancate riforme, oltre che al latrocinio sistematico di buona parte della classe politica ed al conseguente aumento dei tassi di interessi pagati dallo Stato italiano su tale debito.
Per la verità il periodo negativo che stiamo vivendo deve essere analizzato in base a criteri opposti (non solo economici) a quelli conclamati dalla propaganda dei media del sistema che cercano di “persuadere” l’opinione pubblica.
La realtà è totalmente diversa poiché il nostro paese è oggetto di un vero attacco da parte dei “poteri forti” individuabili nella grande finanza sovranazionale che mira all’annientamento del sistema produttivo italiano (già in fase avanzata di attuazione), all’acquisizione di quello che rimane delle aziende partecipate dallo Stato (ENI, ENEL, Finmeccanica, ecc.), al totale controllo delle banche, all’acquisizione del risparmio dei cittadini italiani (era uno dei più alti d’Europa), nonché delle riserve auree nazionali e all’omologazione dell’Italia (e del contesto europeo) ad un supposto prossimo “nuovo ordine mondiale”.
Risulta chiaro che un attacco di questo genere trae le origini da una strategia iniziata già da diversi anni addietro (accelerata nella fase di “mani pulite” nel ’92), non sarebbe stato possibile se contemporaneamente questi “poteri forti” sopranazionali non avessero provveduto ad occupare tutti i settori chiave dello Stato con propri fiduciari o corrompendo ed acquisendo il controllo dei principali organi decisionali (governo, banche, magistratura, principali partiti politici, enti ed organismi pubblici di controllo). Se non si fosse verificata questa occupazione dello Stato non sarebbe stato possibile procedere alle prime grandi “privatizzazioni” degli anni ’90 grazie ai “fiduciari” quali Prodi, Amato, Draghi, Ciampi, Padoa Schioppa e D’Alema (ricompensati con soldi e carriere) che sono state la prima grande “spoliazione” dello Stato italiano e tanto meno sarebbe stato così facile arrivare alla sottoscrizione di accordi internazionali di palese incostituzionalità mediante i quali sono stati violati i principi base costituzionali come quello della “sovranità dello Stato e del popolo italiano” (art. 1) nonché quello della “prevalenza” delle norme comunitarie rispetto a quelle dello Stato italiano (art. 11) con evidente squilibrio a favore di altri paesi (Germania) mentre la costituzione consente le “limitazioni di sovranità soltanto in condizioni di parità con altri stati”. Per non parlare del nuovo assetto della Banca d’Italia divenuta una Banca privata in barba ai principi costituzionali (art. 47 ….la Repubblica disciplina e coordina l’esercizio del credito e gli altri compiti ad esso affidati…). Risulta poi evidente negli ultimi due anni come, sotto la regia di un personaggio ormai definito “Napoletanescu”, la Costituzione sia divenuta una carta elastica che consente ad un presidente non eletto dal popolo di dismettere di sua iniziativa governi (senza passaggio parlamentare) e di nominarne altri in sostituzione, di procedere a costituire governi di “larghe intese” e di farsi rinominare a vita, di orientare le scelte politiche sotto direttiva di centrali esterne (Commissione Europea e BCE). Tutto questo avviene senza che una sola delle numerose denunce presentate contro Napolitano, Monti e gli altri autori del “golpe bianco” siano mai state prese in considerazione da una magistratura del tutto inerte (tranne poche eccezioni). La Repubblica divenuta di fatto una sorta di regime autocratico commissariato da Bruxelles.
Prendiamo atto quindi che lo Stato è stato ormai accerchiato dal suo interno dai poteri occulti finanziari e massonici. Questo risultato è stato possibile grazie a quelle strategie messe in atto da tempo, di controllo e di distruzione dei gangli dello Stato. In circa trenta anni di manovre di “golpe strisciante” passati attraverso stragi come Bologna, Ustica o di omicidi eccellenti come Falcone e Borsellino, coloro (come ad es. l’ex magistrato Paolo Ferraro) che da anni indagano sulla struttura dominante sanno bene che la partita si gioca sui poteri sotterranei e dire questo non significa fare follia, fantapolitica o “complottismo” ma guardare alla reale struttura del potere ed i suoi “depistaggi” che ci ha ridotto al punto in cui siamo.
L’attacco sotterraneo è stato concentrato contro i settori chiave dell’economia, della magistratura e della politica. Un attacco portato avanti in modo scientifico e devastante creando l’accerchiamento totale delle strutture statuali. Qualcuno a suo tempo aveva dato l’allarme ma non era stato creduto (Bettino Craxi) pur avendo pesanti responsabilità nel processo di degrado della cosa pubblica. La realtà è quella che si è costituita negli anni, una forma di organizzazione deviata che coinvolge ormai apparati dello Stato, con il suo potere di controllo e di ricatto e vi sono innumerevoli episodi a comprovarlo.
Con la sottoscrizione fatta dal Parlamento italiano dei trattati europei come Mastricht e Lisbona e successivamente quelli come il Fiscal compact e MES/ESM, nonchè con l’ingresso dell’Italia nel sistema dell’euro, si è completamente consegnata la sovranità del paese, della sua economia, della moneta, del bilancio e dei settori chiave della vita economica, ad una oligarchia tecno finanziaria stanziata a Bruxelles e Francoforte che a sua volta risulta collegata a questi poteri forti della grande finanza sovranazionale.
L’opinione pubblica appare distratta e confusa attraverso la massiccia propaganda dei media, TV, giornali e fonti di informazione, tutti o quasi di proprietà di grossi gruppi industriali e finanziari collegati con le centrali di potere. La gente, oppressa dalla crisi, tasse e debiti, inizia a percepire che qualche cosa non quadra, attraverso il passa parola, attraverso le fonti alternative di informazione presenti in internet ed alcuni strati di popolazione (quelli più arrabbiati) stanno arrivando a capire che non tutto è come vuole far credere il potere politico. La realtà è quella che si sta passando ad una seconda o terza fase della strategia del potere e sarà quella del contenimento e della canalizzazione della protesta attraverso movimenti controllati o infiltrati. Il golpe finanziario si è infatti autodistrutto e si profila una operazione di largo respiro nella quale il potere prende atto del crollo del sistema economico e della caduta del reddito delle classi medie e marginali e prepara le sue contromosse con gestione delle prevedibili ribellioni popolari foraggiando proteste apparenti ed infiltrazioni nei gruppi al fine di soffiare sul fuoco, creare discredito e far apparire le ribellioni popolari prive di basi ed inefficaci.
E’ necessario capire a vantaggio di chi vada la perdita di sovranità di un paese come l’Italia (che si accompagna ad un processo simile subito in buona parte degli altri paesi europei) e contestualizzare la situazione dell’Italia in un mondo che sta cambiando e dove nuovi equilibri di potere si vanno assestando in sostituzione dei vecchi Stati nazionali ed a vantaggio di “elites” che si muovono in un mercato globale.
Bisogna premettere che il mondo globalizzato non è certo un “libero mercato” come i cultori del “mondialismo” o globalizzatori vorrebbero far credere, piuttosto questo è dominato di grandi monopolisti dei capitali e delle materie prime, esattamente quelli che hanno attuato la regia della globalizzazione imposta e del mercatismo. Il più importante monopolio dominante fuori di dubbio è il cartello bancario della moneta e del credito, per lo meno nell’area del dollaro e collaterali (euro, sterlina). Il monopolio più importante perché da questo, ossia dalle disponibilità della moneta e del suo costo, dipendono le sorti delle economie e dei popoli. La regolazione della disponibilità di questa risorsa, l’espansione e restrizione della liquidità, la determinazione dei tassi di interesse, la durata dei crediti, le condizioni e tutto il resto, sono nelle mani di un cartello di banchieri privati non tenuti a rispondere ad alcuno e protesi alla massimizzazione dei loro profitti e di conseguenza all’attività speculativa. Sono i detentori del grande capitale finanziario e di conseguenza delle centrali finanziarie dominanti.
Quali siano queste centrali finanziarie dominanti non risulta facile spiegarlo ma potremmo basarci su un accurato lavoro di analisi svolto da alcuni ricercatori svizzeri del Politecnico federale di Zurigo i quali hanno recentemente pubblicato un report (sulla rivista “New Scientist”) che mette in evidenza l’esistenza di una rete specifica e identificabile di società finanziarie ed industriali che di fatto governano l’economia mondiale. Sarebbero in tutto una cinquantina, le mega aziende internazionali (in maggioranza istituti finanziari e banche Tbtf) che, attraverso un complicato incrocio proprietario, controllano circa il 40 per cento del valore economico e finanziario di 43.060 multinazionali globali. Questo è il vero cuore dell’economia occidentale. James Petras, docente di sociologia presso l’Università Binghamton di New York, ci spiega che, in base ad alcuni calcoli, il due per cento delle famiglie controlla l’80 per cento dell’intero patrimonio mondiale. All’interno di questa elite, una frazione ancora più ristretta risulta proprietaria e controlla il grosso degli “assets” mondiali e tende a ad arrivare ad una ulteriore concentrazione di mutinazionali e società finanziarie. Nel nucleo della classe dirigente finanziaria e politica, i leaders provengono quasi sempre da banche private, in pratica da Wall Sreet, in particolare dalla Goldman Sachs, da Blackstone, dalla J.P. Morgan Chase, dalla Barclays Plc, dal Carlyle Group ed altre banche d’affari.
Questi gruppi, secondo Petras, organizzano e finanziano i due maggiori partiti negli Usa e tutte le loro campagne elettorali. Sono loro stessi che esercitano pressioni sul Congresso USA, preparano proposte di legge e nuovi regolamenti, operano con strategie globali per imporre deregolamentazioni, liberalizzazioni e libera circolazione dei capitali a livello mondiale, premono sui governi per salvare banche o aziende in bancarotta, spingono perchè si arrivi al pareggio di bilancio tagliando spese sociali e welfare. Queste banche sono presenti in ogni settore dell’economia, in ogni regione del pianeta e possiedono quote del capitale di quasi tutte le più importanti multinazionali. In conclusione si conferma che la gran parte dei capitali finanziari si trova nelle mani di banche di investimento, degli “hedge found “e di altre entità controllate dalla elite che guida la finanza mondiale. Questa elite possiede delle risorse che sono calcolate in totale per ben 14/15 volte il PIL mondiale, possono comprarsi personaggi di governo in ogni nazione, determinano le nomine dei principali componenti dei CDA nelle banche e nelle multinazionali, designano i loro fiduciari nei principali organismi internazionali (WTO, FMI, Banca Mondiale, ecc.), designano i loro lobbisti e fiduciari presso gli organismi dell’ Unione europea, costituiscono una cupola di comando che influenza ed orienta (si presume) le decisioni politiche anche dei governi di tutti i paesi occidentali.
Questa elite di potere non è facilmente identificabile ma alcuni dei personaggi che ne fanno parte si celano e si riuniscono dietro sigle di club esclusivi e centri studi che sono gli “influencers “ nelle decisioni economiche e nella politica mondiale ad esempio il Club di Bilderberg, La Trilateral Commision e l’Aspen Insitute in Europa.
Naturalmente l’ Italia ed i paesi europei dell’alleanza NATO vincolata con gli Stati Uniti sono i più diretti mercati sottoposti alle “attenzioni” ed ai piani strategici della elite che è molto attenta a quanto viene deciso in sede europea e coinvolta in affari con i sistemi bancari dei paesi europei anche nel sistema delle banche centrali. In particolare fra questi la posizione dell’Italia, già totalmente sottomessa ai voleri degli USA e partner in tutte le missioni internazionali, con una collocazione geografica come ponte tra Europa e Nord Africa, perno di alleanze attraverso la NATO e l’Unione Europea, le sue 113 basi militari USA presenti sul territorio, ne fanno il terreno privilegiato per una “sperimentazione” politica ed economica da parte delle centrali di potere come già avvenuto in passato (negli anni ’70) che potrà poi essere presa ad esempio nelle attuazioni successive in altri paesi.
di Luciano Lago
http://www.stampalibera.com/?p=69819#more-69819
Fonte: http://www.controinformazione.info/le-nuove-strategie-delle-centrali-di-potere-nellattacco-allitalia/
http://www.lecceprima.it/eventi/cultura/terzapagina-ciarrocca-cupola-finanza.html
http://www.ariannaeditrice.it/vetrina.php?id_macrolibrarsi=25255